L’aumento del prezzo della benzina e dei carburanti e il mancato intervento dello Stato ha indotto uno sciopero nazionale per il giorno 19 marzo.
Caro benzina e la reazione degli autotrasportatori
L’aumento del costo della benzina, dovuto alla guerra in Ucraina che interessa tutto il mondo, e la mancanza di interventi da parte del Governo ha surriscaldato gli animi di tutti i lavoratori del settore di trasporto.
Oggi, anche l’auto rischia quindi di diventare un lusso, ma l’aumento dei costi è un problema che riguarda anche le aziende che rischiano nuovi licenziamenti o addirittura, di chiudere.
I primi a protestare sono i camionisti che avevano indetto uno sciopero già per lunedì 14 marzo, ciò però è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per via del mancato preavviso di 25 giorni.
Nonostante questo circa 70.000 mezzi pesanti in tutta Italia sono rimasti fermi per protesta.
Manifestazione per il 19 marzo
L’Unatras, l’unione delle associazioni nazionali più rappresentative dell’autotrasporto ha confermato le manifestazioni in data 19 marzo e afferma:
“Il costante e ormai insostenibile aumento del costo del carburante ha determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto italiano, che non riescono a farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli stessi aumenti”
Inoltre, se non ci saranno segnali importanti da parte dello Stato, secondo l’Unatras la manifestazione del 19 marzo sarà solo una piccola anteprima di quello che potrebbe accadere in futuro, come per esempio i blocchi autostradali sull’A1 Napoli-Roma di iniziativa autonoma di alcuni camionisti:
“Il Governo si era impegnato in tempi brevissimi a fornire le soluzioni più adeguate per consentire alle aziende di fronteggiare l’emergenza- Purtroppo, al di là dello stanziamento degli 80 milioni, che certamente non risolve i problemi della categoria, non ci sono stati apprezzabili passi in avanti. Le manifestazioni che si terranno il 19 marzo rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative”.