Sono passati 45 anni dall’omicidio di Aldo Moro: era il 9 Maggio del 1978 quando il politico italiano fu ucciso da una raffica di colpi.
Chi fu Aldo Moro?
Aldo Moro è stato un politico, giurista italiano e uno dei fondatori della Democrazia Cristiana.
Fu Ministro della giustizia, della Pubblica istruzione e per quattro volte Ministro degli esteri nei governi presieduti da Mariano Rumor ed Emilio Colombo.
Fu rapito dalle Brigate Rosse il 16 Marzo 1978 mentre il Governo Andreotti IV si apprestava a ottenere il voto di fiducia da entrambi i rami del Parlamento e fu assassinato il 9 maggio successivo dopo 55 giorni di prigionia.
Aldo Moro è stato uno dei quattro Presidenti del Consiglio dei Ministri ad aver ricoperto questa carica per un periodo cumulativo maggiore di cinque anni insieme ad Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi.
Il rapimento del 16 Marzo 1978
La mattina del 16 Marzo 1978, giorno in cui il nuovo governo guidato da Giulio Andreotti stava per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia, l’auto che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei deputati fu intercettata e bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse che uccisero le scorte e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
9 Maggio 1978: il caso Moro
Il 9 Maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia da parte delle Brigate Rosse, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro nel vano posteriore di una Renault 4 rossa, parcheggiata in via Caetani, a due passi dalla sede del Partito Comunista Italiano di via delle Botteghe Oscure e a poca distanza da quella Democrazia Cristiana di Piazza del Gesù.
Chi erano le Brigate Rosse?
Le Brigate Rosse erano organizzazioni che compivano atti di guerriglia urbana e terrorismo contro persone ritenute rappresentanti del potere politico, economico e sociale (uccisione, ferimento o sequestro di numerosi uomini politici, magistrati e giornalisti).
La cronaca del 9 Maggio
- 13:59 – Un cadavere in una macchina è stato trovato in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure. Sul posto si sono recati il questore di Roma e il capo della Digos Spinella. Al momento non si hanno altri particolari.
- 14:04 – ‘L’onorevole Moro sarebbe la persona trovata morta all’angolo di via delle Botteghe Oscure con via Caetani”. Lo ha riferito un funzionario della Digos.
- 16:23 – ”L’on. Moro è stato ucciso con diversi colpi d’arma da fuoco. Sul petto ci sono i segni di non meno di quattro ferite. Fra la camicia bianca e la giacca blu sono stati trovati fazzoletti intrisi di sangue all’altezza delle ferite. Nei risvolti dei pantaloni c’è una notevole quantità di sabbia”.
- 19:18 – ”I funzionari della Digos hanno accertato che la Renault sulla quale è stato trovato il corpo di Moro è stata rubata il 2 marzo”.
I processi
A distanza di pochi giorni dalla tragedia si ebbero i primi arresti di brigatisti coinvolti nell’agguato di via Fani e all’uccisione di Moro.
Il 24 Gennaio 1983 la Corte d’assise di Roma, presieduta dal giudice Severino Santiapichi, al termine di un processo durato nove mesi che riuniva le istruttorie Moro-uno e Moro-bis portate a termine dai giudici istruttori Ferdinando Imposimato e Rosario Priore, inflisse 32 ergastoli e 316 anni di carcere a 63 imputati; furono decise anche quattro assoluzioni e tre amnistie.
Furono applicate le norme di legge che concedevano un trattamento di favore ai collaboratori di giustizia e furono riconosciute alcune attenuanti ai dissociati. Il 14 Marzo 1985, nel processo d’appello, i giudici diedero maggior valore alla dissociazione (scelta fatta da Adriana Faranda e Valerio Morucci) cancellando 10 ergastoli e riducendo la pena ad alcuni imputati. Pochi mesi dopo, il 14 Novembre, la Cassazione confermò sostanzialmente il giudizio d’appello.
Negli anni successivi furono celebrati tre nuovi processi (Moro-ter, Moro-quater e Moro-quinquies) che condannarono altri brigatisti per il loro coinvolgimento in azioni eversive svolte a Roma fino al 1982 e in alcuni risvolti del caso Moro.