Luglio 2023 è il mese più caldo di sempre secondo il programma europeo Copernicus climate change service dell’UE.
I dati del programma europeo che monitora il clima fanno scattare l’allarme
Il luglio del 2023 è il mese più caldo di sempre.
A dirlo adesso è il programma europeo Copernicus che dispone dei dati secondo cui il pianeta ha registrato il mese scorso un aumento generale delle temperature di 0.33°C .
Finora il record di mese più caldo, da quando è iniziata l’era industriale e da quando si misura la temperatura, era il luglio del 2019.
Le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate, lo indicavano già nelle scorse settimane i dati registrati da Copernicus climate change service finanziato dall’Ue, resi noti anche dalla Worldmeteorological organization dell’Onu.
La temperatura media globale ha temporaneamente superato la soglia di 1,5 gradi centigradi al di sopra del livello preindustriale (1850-1900) durante la prima e la terza settimana del mese. La temperatura media globale per i primi 23 giorni di luglio è stata di 16,95 gradi (qualcosina in più rispetto al record di 16,63 del luglio 2019).
Le affermazioni del segretario generale dell’ONU
“L’umanita è sulla sedia elettrica” aveva detto Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite, commentando i dati. “L’era del riscaldamento globale è terminata, per lasciare il posto “all’era della bollitura globale”.
“Abbiamo avuto anche le tre settimane più calde, il giorno più caldo e le temperature marine più calde. Le conseguenze sono tragiche, bambini portati via dai monsoni, famiglie alluvionate, lavoratori stroncati dal caldo. È un’estate crudele, ma per il pianeta è un disastro”.
Non ha dubbi Guterres sui responsabili di questo disastro: “La colpa è dell’umanità, tutto in linea con le previsioni, l’unica cosa che sorprende è la velocità del mutamento. Il climate change è qui ed è terribile, l’aria e irrespirabile, il caldo è insopportabile”.
Guterres, che ospiterà il Climate ambition summit a New York a settembre, invita in particolare i Paesi sviluppati a impegnarsi a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040 e le economie emergenti entro il 2050.