Dopo più di due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, sembra proprio che siamo nuovamente punto e a capo. Ciò si avverte sia nel campo della salute, sia nel campo della scuola, sia nella vita quotidiana e in molti altri campi. La maggior parte di questi passi indietro li ho percepiti soprattutto da notizie di giornali o per sentito dire, ma uno di questi stop improvvisi l’ho avvertito sulla mia pelle, cioè la ripartenza della didattica a distanza nella scuola.
Visto che sono uno studente che ha convissuto la maggior parte della sua vita scolastica delle scuole superiori insieme al Covid, molto probabilmente penserete che ormai fossi già preparato da tempo all’eventualità di rifinire nel circolo vizioso della didattica a distanza. Da una parte è così, ma pensandoci attentamente ci si rende conto che non si è mai veramente pronti a eventi del genere.
Infatti questi sono accadimenti che, per esperienza personale, posso affermare che portano spesso le persone più giovani a chiudersi in se stesse e ad iniziare a domandarsi se tutta la loro vita non sia solamente una commedia o uno scherzo del destino.
E se tutti gli studenti che avevano sofferto per l’isolamento sociale provocato dalla didattica a distanza, avevano iniziato a rivedere la luce in mezzo all’oscurità per via della riapertura delle scuole, ora si vedono risprofondare nell’abisso più buio di tutti, la propria mente. Una mente che parla in modo logorroico, che non ti lascia dormire la notte e che, nel peggiore dei casi può portare a formulare pensieri che definirei poco piacevoli.
Per questi motivi e per molti altri, troppo numerosi per elencarli tutti in un modo tale da non far spegnere la curiosità del lettore, mi sento in cuor mio di denunciare il mostro che ha rappresentato per noi giovani l’isolamento dal resto del mondo e di augurare a tutti quanti che questa situazione finisca al più presto e che finalmente potremo avere la libertà che tanto agogniamo e che prima della pandemia abbiamo sempre dato per scontata.