Romano, classe 1959, Fabio Panetta dal prossimo 1 novembre sarà governatore della Banca d’Italia, come deliberato il 27 giugno dal Consiglio dei ministri su proposta della presidente Giorgia Meloni, succedendo a Ignazio Visco al termine naturale del suo mandato
Gli esordi
Fabio Panetta arriverà a ricoprire la carica apicale dell’istituto a quasi 40 anni dal suo primo incarico: nel 1985 venne infatti assegnato al Servizio Studi e svolse la propria attività nella direzione Monetaria e Finanziaria, di cui assunse la titolarità nel 1999. È poi stato a capo del Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria dal 2007 al 2011, quando divenne, a luglio, direttore centrale con il compito di coordinare le attività connesse con la partecipazione della Banca d’Italia all’Eurosistema e l’analisi della stabilità finanziaria
Dal 2010 al 2012 è stato direttore responsabile del Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, ruolo abbandonato l’8 ottobre 2012, quando ha assunto l’incarico di vicedirettore generale della Banca d’Italia, mantenuto poi fino al 9 maggio 2019. Il giorno successivo divenne infatti direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), di cui era membro del direttorio integrato dal 2013.
Alla Bce
Lasciò entrambi gli incarichi il 31 dicembre dello stesso anno, come conseguenza della nomina dall’1 gennaio 2020 nel Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea. Come riporta Il Sole 24 Ore, all’interno della Bce Panetta si è dimostrato esponente di peso e, insieme all’attuale governatore della Banca d’Italia Visco, ha fatto parte del fronte del board che invocava prudenza e gradualità, dopo la ripida salita dei tassi d’interesse. “La nostra stretta – ha affermato nel corso della conferenza The Ecb and its Watchers XXIII a marzo – va calibrata con prudenza”, perché “sta già avendo un forte impatto sulle condizioni finanziarie e perché vogliamo evitare volatilità finanziaria indesiderata
L’euro digitale
Interessanti sono però anche le posizioni del prossimo governatore di Bankitalia sull’euro digitale, la valuta digitale della Bce. In un editoriale scritto a quattro mani con il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis e pubblicato il 28 giugno su diversi quotidiani europei, Panetta afferma infatti che “non si può ignorare quanto sta accadendo: l’uso del contante come mezzo di pagamento è in calo in molte parti del mondo, inclusa l’Europa. Con il passaggio a un’economia digitale, l’introduzione del contante in forma digitale è quindi il passo più logico da compiere”
“La disponibilità di entrambe le opzioni, un euro in contanti e un euro digitale”, scrive ancora, “consentirebbe a ciascuno di scegliere il metodo di pagamento preferito, senza lasciare nessuno indietro. Offrirebbe un’opzione europea di pagamento digitale a chiunque nell’area dell’euro, da Dublino a Nicosia, da Lisbona a Helsinki”.
Per Panetta l’euro digitale riuscirebbe inoltre a stimolare la concorrenza in Europa, offrire servizi di pagamento a costi minori a cittadini e commercianti, proteggere gli interessi strategici europei e rafforzare “l’integrità e la sicurezza dei pagamenti europei in una fase in cui le tensioni geopolitiche globali ci espongono ad attacchi alle nostre infrastrutture strategiche”.