Il 27 Marzo, nella nostra scuola abbiamo parlato della mafia e la preside ha invitato il capitano Samuele Bileti e la signora Angela Arena insieme dalla nipote Jasmin, le quali ci hanno raccontato la loro esperienza con la mafia.
Ad organizzare questo evento sono state le professoresse Roscigno e Ferraioli, che con la collaborazione di alcuni alunni della classe 4A AFM hanno letto delle poesie e testi dove spiegavano la mafia e storie realmente accadute. Successivamente hanno cantato la canzone di Fabrizio Moro “pensa”.
Cosa ci ha spiegato il capitano Bileti?
Il capitano Bileti ci ha spiegato la sua esperienza con la mafia, che l’ha portato addirittura al trasferimento dalla Sicilia a Battipaglia ,anche per una questione di sicurezza. Inoltre, vuole specificare che le forze armate non possono sconfiggere la mafia ma che lo Stato e più forte.
Dopo di che, il capitano purtroppo deve scappare via perché lo chiamavano dalla sua sede lavorativa attuale. Per questo passa la parola alla signora Angela Arena.
Qual’è l’esperienza della signora Arena
La signora Arena , ci racconta la storia di Fortunato Arena ,nonche suo marito, morto il 12 febbraio 1992 insieme a un suo collega ,per un agguato della mafia. La signora Arena ci spiega la vicenda dicendoci che il marito amava molto il suo lavoro tanto che lui quella sera non era di turno ma sapendo che giravano questi intrallazzatori, e lui decise ugualmente di farsi mettere di turno per controllare la situazione.
La signora non sapeva ancora niente ma era solo passata per la zona dove c’è stato l’agguato sentendo le sirene per si avvicino,preoccupata per il marito perché aveva una solo una brutta sensazione.
La signora andò a controllare non sapendo che quando sarebbe arrivata là, si sarebbe trovata l’ambulanza che stava andavano di corsa al San Leonardo non sapendo e pensando che non ci sarebbe stato niente da fare per suo marito. Tutti hanno cercato di nascondere la verità alla signora fino a che il fratello gli disse:”Fortunato non c’è più”.
Roberta Trombetta ,e appunti di, Maria Giovanna Pompeo e FrancescaPia De Stefano