Don Peppe Diana visse negli anni del dominio camorristico dei Casalesi sul territorio, dominio legato in particolare a Francesco Schiavone detto Sandokan. Lo scritto più famoso di don Giuseppe Diana è la lettera Per amore del mio popolo, una sorta di manifesto dell’impegno contro il sistema criminale. La figura del sacerdote è ampiamente raccontata anche da Roberto Saviano in Gomorra e in molti altri interventi.
Fu ucciso perché aveva incitato i cittadini a ribellarsi allo strapotere dei clan. Don Diana venne colpito in testa da alcuni colpi di pistola. Morì sul colpo. Nella parrocchia di San Nicola si celebra da 29 anni alle 7:30 la messa “mai celebrata” da don Peppe. L’omicidio di camorra fece scalpore in Italia e in Europa. Papa Giovanni Paolo II ne parlò durante un Angelus nel 1994. Il killer era Giuseppe Quadrano, lo uccise brutalmente in chiesa, alle 7:30, mentre era nella sacrestia della parrocchia di San Nicola di Bari e si preparava a celebrare la messa. Fu ucciso perché aveva incitato i cittadini a ribellarsi allo strapotere dei clan. Don Diana venne colpito in testa da alcuni colpi di pistola.
In seguito all’assassinio, numerosi sono stati i tentativi di infangare il suo nome, con accuse poi rivelatesi tutte infondate. Nel 2004 sono stati condannati all’ergastolo Mario Santoro e Francesco Piacenti come autori materiali, mentre il boss Giuseppe Quadrano come mandante dell’omicidio. A 25 anni di distanza, tante cose sono cambiate, come se il suo sacrificio abbia permesso di accendere una coscienza popolare e una nuova azione efficace dello Stato: le sentenze di condanna dei vari boss casalesi hanno indebolito l’intera cosca criminale.
di Giorgia Ianniello