Il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina fa soffrire i mercati europei. Le Borse avviano in rosso la prima seduta della settimana. L’ipotesi di nuove sanzioni, tra cui il divieto di importare il petrolio di Mosca, incide sull’aumento dei costi delle materie prime, che schizzano alle stelle.
Quali materie prime hanno subito il rincaro?
A segnare l’aumento più pronunciato è il nichel (+25%), che con i contratti da 1.500 chili balza a quasi 38 mila dollari. Il rame invece cresce marginalmente dello 0,89% (10.700 dollari per il contratto da 25 mila libbre). Vola l’oro che sale a 2.000 dollari l’oncia, in rialzo il prezzo dell’alluminio, che sale del 3,6%. e record per il prezzo del grano, che tocca i 430 euro a tonnellata alla Borsa di Parigi, con un +9% rispetto a venerdì scorso.
L’aumento del grano
L’Ucraina non ha solo ricchi giacimenti di materie prime come carbone, minerale di ferro, gas, petrolio, argilla. E’ anche definita «granaio d’Europa». L’Ucraina e la Russia sono responsabili del 29% del commercio mondiale di grano. Minore è l’offerta, maggiore è il costo. Ecco la prima impennata dei prezzi dei generi alimentari.
Il grano ha toccato i massimi di 14 anni, al top da marzo 2008. Il mais è salito del 2,7% a 7,75 dollari a bushel, la soia è salita del 2,1% a 16,95 dollari a bushel : entrambi sono ai massimi da settembre 2012.
La Russia e l’Ucraina forniscono anche l’80% delle esportazioni mondiali di olio di girasole, che compete con l’olio di soia.