Oggi, i giudici della Consulta dovranno decidere l’ammissibilità di otto quesiti dei referendum: sei riguardano la giustizia, uno la depenalizzazione della coltivazione della cannabis, un altro l’eutanasia. Se la Corte Costituzionale, presieduta dal neo presidente Giuliano Amato, dichiarasse l’ammissibilità dei quesiti il voto si dovrebbe tenere in primavera.
Gli otto quesiti su cui discutere
Cannabis, coltivazione senza limiti
L’intento del comitato promotore è togliere dal circuito penale chi coltiva per uso personale la cannabis, ma sarà ancora illegale lo spaccio, la fabbricazione, l’estrazione e la raffinazione di stupefacenti. Spiega Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, presidente del comitato promotore: «Non c’è limite per chi coltiva l’influorescenza della cannabis, cioè la parte della pianta contenente il principio attivo. Vale solo per la cannabis. Rimane il reato penale per tutte le altre droghe».
Il quesito referendario ha anche un parte amministrativa: si propone di eliminare la sospensione della patente per chi detiene una piccola quantità di cannabis per uso personale.
Per il referendum sulla cannabis sono state raccolte oltre 600mila firme, 500mila delle quali in una sola settimana con il voto elettronico, reso possibile grazie a un emendamento di Riccardo Magi (presidente +Europa).
Eutanasia, oltre un milione di firme
Il referendum sull’eutanasia prevede la depenalizzazione parziale dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), secondo le norme attuali per il fine vita, ma salvaguarda le tutele per i soggetti vulnerabili come i minori, gli incapaci anche parzialmente o con una deficienza psichica momentanea e i soggetti il cui consenso non è libero, ovvero estorto o carpito con l’inganno.
Il comitato promosso dall’Associazione Luca Coscioni ha raccolto oltre 1 milione e 200mila firme, tra fisiche ed elettroniche.
Legge Severino
Referendum sulla giustizia, è promosso dal partito radicale, dalla Lega di Salvini e da nove consigli regionali, punta a cancellare la legge Severino.
La legge Severino prevede la decadenza per chi ha avuto una condanna definitiva per una serie di reati gravi contro la pubblica amministrazione. Il punto che crea divisione è sulla rigidità per gli eletti e gli amministratori locali, che in caso di condanna in primo grado, non sono eleggibili o sono dichiarati decaduti.
Separazione delle carriere tra giudici e pubblico ministero
Secondo l’ordinamento italiano, pubblico ministero e giudici condividono la stessa carriera e si distinguono solo per funzioni, questo referendum punta a far scegliere definitivamente, all’inizio della carriera, tra una e l’altra funzione.
Nel 2000 la Corte provò in questa impresa, ma il referendum fallì perché non fu raggiunto il quorum minimo di partecipazione.
Custodia cautelare
Il quesito referendario considerato ha l’obiettivo di limitare i casi in cui è possibile disporre la custodia cautelare, cioè la detenzione di un indagato o imputato prima della sentenza definitiva.
Rimarrebbe possibile arrestare una persona prima che sia riconosciuta colpevole nei casi di:
- rischio di fuga o inquinamento della prova
- rischio di commettere un reato di particolare gravità “con uso di armi o altri mezzi di violenza personale”.
L’elezione del Consiglio superiore della magistratura
Con questo quesito si chiede la cancellazione dell’obbligo di 25 firme di magistrati per proporre una candidatura per l’elezione nel Consiglio superiore della magistratura. Questo quesito è compreso negli emendamenti della ministra Cartabia arrivati alla Camera dei deputati: la nuova proposta di riforma prevede le candidature individuali, senza necessità di alcuna firma, e cambia la legge elettorale per il Consiglio superiore della magistratura.
Valutazioni sulla professionalità dei magistrati
Esso prevede un doppio intervento abrogativo su una legge del 2006 e punta a consentire la piena partecipazione degli avvocati alle decisioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari regionali: gli avvocati potrebbero valutare la professionalità di pubblico ministero e i giudici.
Responsabilità civile diretta
Il quesito intende introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati; questo referendum infatti abrogherebbe la responsabilità sostitutiva dello Stato in alcuni casi da parte dei magistrati.