Dopo quarant’anni di silenzio e di mezze verità per il caso di Emanuela Orlandi, una delle sparizioni più drammatiche e misteriose del nostro Paese, avvenuta il 22 giugno 1983, il Vaticano decide di riaprire le indagini.
Il caso di Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni, sparisce misteriosamente il 22 giugno 1983, dopo essersi recata ad una lezione di musica. Nei giorni successivi Roma è tappezzata di manifesti di ricerca della ragazza. Nella vicenda entrano vari “telefonisti” mitomani, sciacalli e depistatori, tra cui un cosiddetto ”amerikano”che afferma di avere in possesso Emanuela, fatto che anni dopo verrà quasi del tutto smentito. Il caso si trasforma presto in caso internazionale con vari collegamenti, in particolare con l’attentato al Papa Wojtyla per mano di Mehmet Ali Ağca. I sospetti coinvolsero e chiamarono in causa lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l’Istituto per le opere di religione, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Stati, nonché, la Banda della Magliana; inoltre, la vicenda fu collegata alla quasi contemporanea sparizione di un’altra adolescente romana, Mirella Gregori scomparsa il 7 maggio 1983 e anch’ella mai più ritrovata.
Perchè il Vaticano ha deciso di riprendere le indagini
A qualche mese dall’uscita del documentario di Netflix “Vatican Girl”, grazie alla copertura mediatica e alla campagna pubblicitaria che il colosso dello streaming americano aveva scatenato in Italia e all’estero, la Magistratura Vaticana ha riaperto le indagini. Era da tanto tempo, che i familiari della Orlandi chiedevano ai pm vaticani di poter valutare nuove rivelazioni sul caso, non è, quindi, per nulla casuale la decisione dei magistrati della Santa Sede di riaprire le indagini a pochi giorni dalla morte di Benedetto XVI. Il caso Orlandi si intreccia nuovamente con il pontificato di Ratzinger e con la vicenda Vatileaks 1, ovvero la pubblicazione di alcuni documenti riservati del Papa tedesco passati ai giornalisti dal maggiordomo infedele di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, scomparso nel 2020.
Le dichiarazioni della famiglia Orlandi
Sono quarant’anni che la famiglia Orlandi si impegna per la ricerca della verità. Dopo il documentario “Vatican Girl”,sulla famosa piattaforma streaming Netflix (dove tutta la famiglia ha partecipato con le proprie testimonianze riguardo la scomparsa di Emanuela) che ha avuto un enorme successo, secondo il fratello della ragazza, Pietro Orlandi ci si è resi conto che è una storia che nessuno riuscirà mai a nascondere fino alla fine. “In Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto”, dice Orlandi e conclude sottolineando che “ci sono situazioni mai volutamente approfondite. Forse per la prima volta il Vaticano ha deciso di mettere un punto chiave e di arrivare a una soluzione”.