Sono 80 le donne uccise dall’inizio del 2023 in Italia, ponendola ai primi posti dei paesi in cui avvengono più femminicidi in Europa.
Il femminicidio
Il 48% della popolazione è in disaccordo con la distinzione legale tra femminicidio e omicidio: quasi metà della popolazione ignora la matrice che spinge a compiere l’assassinio.
Dicono che sia “troppo amore” o “paura di perdere la propria compagna”, non attribuendo la responsabilità e consapevolezza al colpevole: la vittima diventa carnefice senza rendersene conto.
l femminicidio si compie su rivendicazioni di genere e di potere sulla donna. È un omicidio doloso e preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per meccanismi basati su una sovrastruttura ideologica patriarcale.
Di base è presente una rivendicazione di potere e proprietà dell’uomo sulla donna che diventa oggetto di proprietà dell’uomo che ne decide e detta le regole. Un controllo maniacale su qualsiasi aspetto della vita, attuando continui meccanismi di manipolazione affettiva e psicologica che influenzano e deteriorano l’individualità e autostima della vittima. Una vittima che si sente in dovere di soddisfare e rispettare aspettative e imposizioni di una cultura figlia del patriarcato e di una mascolinità tossica, in cui è quasi inesistente la linea sottile tra abuso e potere.
Fu l’antropologa Marcela Lagarde, rappresentante del femminismo latinoamericano, tra le prime teorizzatrici del concetto di femminicidio: in Italia, il termina comparirà per la prima volta nel 2013, con il decreto di legge n.93.
Il codice rosso
La legge 19 luglio 2019, n. 69 (nota come “Codice Rosso”) è una legge della Repubblica Italiana che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti. Il 17 luglio 2019 fu approvato definitivamente dal Senato con 197 voti a favore, 47 astensioni e nessun voto contrario, recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”. Il testo era già stato approvato dalla Camera dei Deputati, il 3 aprile 2019, con 380 voti a favore, nessun contrario e 92 astensioni. Il provvedimento entrò in vigore il 9 agosto.