Roma e Cinisi, due luoghi così distanti ma, il 9 maggio del 1978, così uniti nel dolore. Essendo state soggette a due uccisioni: Aldo Moro e Peppino Impastato.
Ecco come vennero uccisi Aldo Moro e Peppino Impastato
Era il 16 marzo 1978 quando lo statista democristiano venne rapito dalle Brigate Rosse. La mattina di quel giorno un commando delle Br entrò in azione in via Fani. I terroristi rossi avevano studiato tutto nei minimi dettagli: con un tamponamento fermarono le auto, aprirono il fuoco uccidendo i cinque uomini della scorta, caricarono il presidente della Dc su una Fiat 132 blu e lo portarono via. Poco dopo, con una telefonata, l’organizzazione terroristica rivendicò il sequestro, che si concluse 55 giorni dopo con l’uccisione dello statista. Quel 9 maggio, sempre con una telefonata, lanciarono un’ultima comunicazione: il cadavere di Aldo Moro venne ritrovato dalla polizia nel portabagagli di una Renault 4 rossa.
Peppino Impastato venne assassinato da Cosa Nostra nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Inizialmente il delitto venne etichettato come un atto terroristico finito male, di cui lo stesso Peppino sarebbe stato autore e vittima. Ma il fratello Giovanni e la mamma Felicia si spesero con tutto loro stessi per far emergere la verità, avere giustizia e vedere punita, la matrice mafiosa di quell’omicidio. L’inchiesta venne riaperta nel 1996 grazie alla testimonianza di Salvatore Palazzolo, che indicò come assassino Vito Palazzolo, che fu condannato il 5 marzo 2001 a trent’anni di reclusione. E indicò come mandante Gaetano Badalamenti, condannato l’11 aprile 2002 all’ergastolo.