Molte zone dell’Italia durante la notte del 2 Novembre 2023 sono state colpite tante zone italiane da enormi alluvioni che hanno danneggiato e distrutto tutto. Tra le zone colpite troviamo: Milano; Seano; Montemurlo; Campi Bisenzio; Toscana. E la gente dice:
“Così tanta acqua in così poco tempo nemmeno nell’alluvione del 1966”
Tra queste zone la più colpita e la più danneggiata è la Toscana. Precisamente a Quarrata, il torrente Stella ha rotto l’argine nel solito punto dell’alluvione di pochi giorni fa durante la notte del 2 Novembre. In Toscana sono saliti a 3.851 gli interventi portati a termine dai Vigili del fuoco per soccorsi alla popolazione e per far fronte ai danni causati dall’ondata di Maltempo dovuta alla tempesta Ciaran dalle 17 del 2 novembre.
Nelle aree alluvionate di Firenze, Pisa, Prato e Pistoia, si spiega poi dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, stanno operando 625 unità (ieri erano 570) e 199 automezzi. Dei vigili impegnati 418 sono dei comandi regionali e 207 sono giunti in rinforzo da altri comandi d’Italia.
La paura colpisce anche Firenze
Firenze, 5 novembre 2023. E’ stata una nuova notte di paura, quella tra sabato e domenica, la tempesta ha sferzato la costa durante le prime ore della notte con raffiche di vento a oltre cento all’ora all’Argentario, a San Vincenzo, a Marina di Pisa, a Viareggio. Mareggiate con onde alte tre metri hanno di nuovo interessato il litorale toscano.
Intorno alle 2:30 l’Ombrone Pistoiese ha superato il secondo livello di guardia a Prato, così come la Brana ad Agliana (Pistoia) a 3 metri di altezza. A Casini di Quarrata lo Stella ha rotto di nuovo l’argine dove era già capitato il 2 novembre.
Le vittime in Toscana
La prima vittima accertata è stata Alfio Ciolini, 85 anni, morto a causa dell’esondazione del torrente Bagnolo a Montemurlo: è annegato in mezzo metro d’acqua in casa. L’ipotesi è che l’anziano, che viveva da solo, sia caduto per un malore o per il pavimento scivoloso, mentre cercava di mettersi in salvo al primo piano, ma non riuscendoci.
Sempre a Montemurlo, giovedì, ha perso la vita una 84enne, Teresa Pecorelli, in via Garda: “Colpita da malore”, ha detto il sindaco Simone Calamai. Sembra che la donna si sia sentita male mentre cercava di togliere l’acqua da casa.
Aveva 83 anni invece la donna deceduta sempre giovedì nel Livornese, a Rosignano. Si tratta di Giovanna Innocenti. In corso gli accertamenti, coordinati dalla procura di Livorno e condotti dai carabinieri su dinamica e causa del decesso. L’anziana è stata trovata priva di vita all’interno di una stanza della struttura invasa da una seconda ondata di piena proveniente da un torrente vicino mentre era in corso il trasferimento di circa 20 degenti.
Venerdì sono stati ritrovati, a San Pantaleo a Vinci, nel Fiorentino, i due coniugi le cui ricerche erano iniziate giovedi a Lamporecchio. I due erano nella loro macchina quando, mentre parlavano con la propria figlia, un’ondata di acqua e fango li fece crollare nel fosso. Le due vittime sono Antonino Madonia, 70 anni, e Teresa Perone, 65 anni.
La sesta vittima risulta essere un 73enne, Tindaro Di Amico, folgorato nella sua abitazione a Prato, in via di Cantagallo. Secondo quanto si apprende, l’uomo sarebbe morto folgorato mentre cercava di staccare la corrente elettrica nella taverna della sua abitazione.
La settima vittima è un 69enne, Gianni Pasquini, il quale era alla guida della sua auto quando è stato travolto dall’acqua. Pasquini era uscito di casa nella serata del 2 novembre per cercare di mettere in salvo l’auto e non era più rientrato dopo l’esondazione di due fiumi a Campi Bisenzio, nel Fiorentino. Sui social la figlia Letizia aveva anche diffuso un appello per ritrovare il padre. Le ricerche, coordinate dai carabinieri, si sono concluse sabato mattina col ritrovamento del cadavere dell’uomo.
La Toscana piena d’acqua
I segni della furia dell’acqua sono ovunque, come sul piccolo ponte che ha trascinato via con sé il pensionato di 84 anni, la cui auto è stata poi ritrovata a chilometri di distanza. La pioggia torna a battere, il parroco sfila in mezzo ai volontari e punta lo sguardo verso un grumo di case a ridosso del torrente. Non si trattiene: “Hanno costruito troppo, questi sono i risultati”
Altri indicano il torrente Velle, che affianca il lato opposto. Un anziano dice:
“Non è la prima volta che esonda, 14 anni fa ci fu un disastro simile sempre per lo stesso motivo, hanno fatto delle casse di espansione ma non sono state sufficienti. Ora siamo qui a spalare, di nuovo. E poi mi chiedo, come poteva essere un’allerta arancione? Cosa serve per un’allerta rossa?”.
Molti in paese raccontano di essere stati senza luce né acqua, di notti insonni piene di angoscia. Racconti simili a quelli di altri abitanti della Valbisenzio, tra le zone più flagellate dal maltempo. Situazione drammatica, almeno fino a metà pomeriggio, in particolare nella frazione di Migliana, con allagamenti e case senza acqua ed elettricità.
“Tra protezione civile e istituzioni, non si è visto nessuno, ci hanno abbandonati al nostro destino, siamo esterrefatti. Ci sono famiglie con bambini piccoli, persone con disabilità e anziani. Ci stiamo organizzando con piccoli generatori elettrici per poter cucinare qualcosa di caldo”.
Questo dice una cittadina che dice che nessuno li sta aiutando a salvarsi, facendo tutto da soli senza nessun aiuto da parte di protezione civile o istituzioni.
Anche Milano colpita, le zone più a rischio
Per la terza volta in tre mesi Milano si è risvegliata sott’acqua. Eventi climatici estremi, cementificazione e assenza di politiche di adattamento hanno provocato l’ennesima esondazione del fiume Seveso ed è un fiume che arriva dalla provincia di Como, interrato negli anni cinquanta e che quando piove forte risale in superficie nella zona nord.
Ieri tombini e chiusini sono saltati verso le 6 di mattina dopo un paio d’ore di pioggia facendo risalire l’acqua sulle strade principali.
In un’ora sono caduti 31mm di pioggia su Milano. Milano ha così vissuto l’ennesima mattinata tragicomica, con il quadrante nord attorno a viale Fulvio Testi e viale Zara diviso in due. Chi aveva gli stivali si è potuto muovere tra i torrenti che hanno preso il posto delle strade nei quartieri Isola, Montalbino, Niguarda e Maggiolina; chi non aveva gli stivali ha dovuto scegliere se bagnarsi i piedi nell’acqua misto terra e fogna oppure rinunciare e tornare indietro.
Non è una grossa novità per Milano, si calcolano 118 esondazioni dai primi anni settanta ad oggi. Mediamente il Seveso dà problemi un paio di volte l’anno ma frequenza e intensità delle esondazioni stanno aumentando con l’aumentare dei fenomeni estremi.
Tra le zone più a rischio a Milano troviamo: Viale Marche e Cascina Merlata; Niguarda, Bicocca e Parco Nord; Isola e Garibaldi.
Di Marika Macellaro