L’ombrello: dalle origini ai giorni nostri
L’ombrello è un oggetto dalle origini antiche, diventato ad oggi indispensabile per ripararsi dalle intemperie nelle giornate piovose.
Le origini dell’ombrello
Nacque presumibilmente in Cina più di 4.000 anni fa ed era utilizzato principalmente dai nobili, in particolare dagli egizi e greci come parasole, garantendo un posto all’ombra durante le giornate soleggiate. Difatti, etimologicamente, la parola “ombrello” deriva dal latino “umbra”, ovvero ombra o ombreggiatura.
Ma il suo utilizzo finale e di maggior impatto fu legato all’adattamento di questo strumento ad un altro uso, cioè quello contro la pioggia, rendendolo così uno strumento fondamentale nella vita di tutti i giorni.
Caratteristiche e utilizzo
A livello costruttivo, è formato da un’asta al cui termine vi è un’impugnatura, spesso ricurva per garantire una miglior presa, e al cui estremo opposto vi è una copertura di tessuto.
Divenne popolare nel continente europeo nel XVIII secolo, grazie all’introduzione di modelli pù compatti che potevano essere anche piegati e portati con sé.
Al giorno d’oggi si sono ancora più evoluti poiché vengono utilizzati nella sua produzione dei materiali leggeri e resistenti, come ad esempio il nylon e la fibra di vetro. Sono inoltre presenti meccanismi di apertura e chiusura automatici in modo da rendere il loro uso più pratico.
Possono essere di diverse dimensioni: dai modelli portatili più grandi fino a quelli tascabili, quest’ultimo fu inventato in Ungheria dai fratelli Balogh all’inizio del XX secolo.
L’ombrello funge anche da accessorio di moda, potendo essere realizzato con diversi design, andando a riflettere quella che è la personalità e lo stile di chi lo utilizza. È addirittura diventato nel tempo una fonte di ispirazione per artisti e designer, trasformandosi in un’icona pop presente in vari film, canzoni e opere d’arte.
Di Luca Vece